L’Ape nera sicula al Giardino della Kolymbetra del FAI

Al Giardino della Kolymbethra sono arrivate le arnie che ospitano una razza di ape che era considerata estinta: l’ape nera siciliana. Oggi grazie a un progetto promosso dal Parco della Valle dei Templi, al quale collabora anche il FAI, la specie si sta diffondendo in quest’area di straordinario valore archeologico e paesaggistico.

In occasione della Giornata Mondiale delle Api (il 20 maggio) abbiamo una notizia: la famiglia delle api del FAI è cresciuta! Durante le Giornate FAI di Primavera abbiamo installato tre nuove arnie al Giardino della Kolymbethra nel Parco Archeologico della Valle dei Templi ad Agrigento: il quattordicesimo Bene della Fondazione a ospitare alveari di apicoltori locali, con il comune intento di tutelare le api e sensibilizzare i visitatori sull’importanza di questi preziosi insetti impollinatori.

Le nuove arrivate, che alleviamo nel nostro Giardino insieme alla cooperativa Al Kharub, hanno una storia da raccontare: una storia di successo legata al recupero di una specie a rischio di estinzione, quell’ape nera sicula (Apis mellifera siculache per secoli ha popolato la Sicilia ed è stata fondamentale per le apicolture locali. Finché negli anni Settanta del secolo scorso si preferì allevare l’ape mellifera ligustica, conosciuta anche come “ape italiana”. Una scelta dettata dalla sua maggior capacità produttiva e da un più elevato grado di adattabilità alle diverse condizioni climatiche: requisiti che la elessero specie “vincente” in termini evolutivi, tanto da assegnarle in pochi decenni il primato di specie più allevata in Italia e nel mondo e di affermarla anche nell’immaginario collettivo che oggi identifica l’ape generica con la sua livrea gialla e nera.

Sono però più di 20.000 le specie di api conosciute al mondo e, di queste, 151 sono native dell’Italia.

Sono anche scure, grigie, oppure nerissime, solitarie e selvatiche, e costituiscono, in questa diversità, un patrimonio genetico da salvaguardare. L’ape nera sicula, ad esempio, ha l’addome molto scuro, una peluria giallastra e ali più piccole rispetto a quelle dell’ape italiana. Ha inoltre una peculiarità tutta sua: si tratta dell’unica ape europea di origine africana essendo una sottospecie dell’ape nera nativa di questo continente, della quale nel tempo ha perso l’aggressività.

ape nera
Apis mellifera sicula | ph. wikipedia

Ma torniamo alla sua storia. Come per tutte le scelte, c’è sempre una conseguenza: la propensione degli apicoltori siciliani a investire sull’ape ligustica, sostenuta anche da una sua naturale attitudine a integrarsi facilmente con l’uomo, ha prevedibilmente portato la popolazione di ape nera sicula sull’orlo dell’estinzione.

Fino a quando, nel 2008, in un vecchio apiario abbandonato da anni a Carini, in provincia di Palermo, è stato rinvenuto un ceppo di ape nera sicula che, grazie a un progetto dedicato, è stato trasferito per la riproduzione sulle isole Eolie, un contesto dove l’assenza di altre sottospecie di api avrebbe consentito di mantenere puro il suo patrimonio genetico.

L’ape nera è un insetto docile e tranquillo e resta produttivo anche quando il termometro supera i 40°. Oggi, lentamente, l’ape nera sta ricolonizzando la Sicilia e uno dei progetti più significativi di recupero e salvaguardia della specie è quello sviluppato proprio dal Parco Archeologico della Valle dei Templi, che ha iniziato a produrre miele da ape nera anche grazie all’inserimento lavorativo di persone con svantaggio sociale tramite la cooperativa sociale Al Kharub.

Da qualche settimana, il Giardino della Kolymbethra, offre il suo contributo al progetto di ricolonizzazione dell’ape nera sicula avviato dal Parco della Valle dei Templi, ospitando tre arnie in un angolo protetto del suo ambiente fornendo alle api un contesto amico, ricco di fiori e curato senza l’utilizzo di insetticidi dannosi.

Le api, insieme gli altri insetti, hanno un ruolo fondamentale nel nostro ecosistema, da loro dipende la produzione di un terzo del nostro cibo. Le api svolgono infatti un servizio indispensabile: l’impollinazione, senza la quale perderemmo il 75% delle piante selvatiche e l’80% delle specie botaniche coltivate in Europa, tra cui frutta e verdura.

https://fondoambiente.it/news/lape-nera-sicula-al-giardino-della-kolymbethra?fbclid=IwAR0IiP9n8DFwqqGk2LTUFgrTRhCNN2TkEDsftuzAQXusX0VHXdhlmBQCncE